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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, III, 55
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originale
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[55] Diogenes contra "Num te emere coegit, qui ne hortatus quidem est? Ille, quod non placebat, proscripsit, tu quod placebat, emisti. Quod si qui proscribunt villam bonam beneque aedificatam non existimantur fefellisse, etiam si illa nec bona est nec aedificata ratione, multo minus, qui domum non laudarunt. Ubi enim iudicium emptoris est, ibi fraus venditoris quae potest esse? Sin autem dictum non omne praestandum est, quod dictum non est, id praestandum putas? Quid vero est stultius quam venditorem eius rei, quam vendat, vitia narrare? Quid autem tam absurdum quam si domini iussu ita praeco praedicet: "6domum pestilentem vendo?"
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traduzione
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55. E Diogene di rimando: "Ti ha costretto forse a comprare, chi non ti ha neanche esortato a farlo? Quello l'ha messa in vendita, perch? non gli piaceva, tu l'hai comprata, perch? ti piaceva. Se quanti mettono in vendita una villa come bella e ben costruita non vengono ritenuti frodatori, anche se la villa non ? n? bella n? ben costruita, molto meno dovrebbero esserlo considerati coloro che non hanno decantato i pregi della casa. Quando, difatti, la decisione ? lasciata al compratore, quale potrebbe essere la frode del venditore? Se, poi, non bisogna mantenere tutto quello che ? stato detto espressamente, pensi che si debba mantenere ci? che non ? stato detto espressamente? E che c'?, poi, di pi? sciocco del fatto che il venditore elenchi i difetti della sua merce, e che cosa di pi? assurdo, se il banditore, per ordine del padrone, andasse gridando: vendo una casa malsana"?
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